Dalla Maiella un piatto in via di estinzione: i frascarelli

Con una scopetta di saggina, una bacinella d’acqua e una fontana di farina, spruzzando l’acqua sul cumulo di farina con abili gesti e setacciando la stessa, si ottengono dei piccoli glomeroli di una pietanza in via di estinzione, i “frascarelli”. Conditi in vari modi 

za N'dunett al lavoro nella preparazione della polenta

za N’dunett al lavoro nella preparazione della polenta

(in brodo di gallina o in ragù), si preparavano per le nutrici, perché si ritenevano “galattogeni”, cioè in grado di favorire la produzione di latte. 

La Cucina della Maiella (Orme-Tarka edizioni) riporta la ricetta dei frascarelli di farina di grano o di farro. Da notare che il movimento deciso dello spruzzare l’acqua sulla farina con la scopetta, veniva chiamato “la benedizione”. I frascarelli si possono condire anche con una salsa di cipolla e pancetta soffritta in olio extravergine di oliva.

La Cucina della Maiella riporta anche le ricette di ‘Za ‘Ndunett, nata a Quadri nel 1926 e ancora oggi attiva cuoca: continua a fare le tagliatelle rigorosamente a mano, compreso il taglio a coltello. Le sue specialità sono le sagne a pezz, il sugo di lumache (che lei stessa raccoglie nelle campagne vicino Quadri) e la polenta con fagioli.

Un pensiero su “Dalla Maiella un piatto in via di estinzione: i frascarelli

  1. I frascarelli sono nati come cibo galattogeno, per la teoria dei simili, liquido e caldo, aiutava le nutrici a produrre latte; unito al brodo di gallina si arricchiva di preziose proteine e grassi che aumentavano anche la qualità del latte. Frascarelli perchè l’atto dello spruzzare acqua poteva essere ottenuto anche con una “frasca”.

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